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martedì 6 agosto 2013

Bari-Djerba, 8 anni dopo: condanne giuste o troppo morbide?

L'Atr precipitato (courtesy of Gordon Zammit, jetphotos.net)
PALERMO - Lo scorso marzo, la Corte di Cassazione ha confermato le pene inflitte nel 2012 dalla Corte d’Appello di Palermo relative all’incidente aereo del 6 agosto 2005 (volo Tuninter Bari-Djerba) in cui persero la vita 16 persone.
Questa la sentenza definitiva: il comandante Chafik Gharby è stato condannato a 6 anni e 8 mesi; 6 anni per il primo ufficiale Ali Kebaier, per il direttore generale
della Tuninter Moncef Zouari e per il direttore tecnico Zoueir Chetouane. 5 anni e 8 mesi, invece, per il responsabile del reparto di manutenzione Siala Zouehir, per il meccanico Nebil Chaed e per il responsabile della squadra manutenzioni Rhouma Bal Haj. In primo grado i piloti erano stati condannati a 10 anni, mentre i direttori a 9: la Corte ha riconosciuto le attenuanti, nonostante il capo di imputazione fosse di disastro colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose.

Il fatto.
Differenza serbatoi ATR42 e 72 (Courtesy of ANSV)
Il 6 agosto 2005, alle ore 14.32, il volo Tuninter 1153 in partenza da Bari 34 passeggeri tutti italiani e 5 membri dell’equipaggio tutti tunisini. Alle 15.30 il comandante del volo contattò l’aeroporto di Palermo dichiarando l’emergenza, in quanto entrambi i motori avevano cessato di funzionare; alle 15.55, a 12 miglia a Nord Est di Capo Gallo, avvenne l’ammaraggio, nonostante al momento della cessazione del funzionamento dei reattori i piloti avessero avuto il tempo di predisporre un atterraggio a Punta Raisi. L’aereo si spaccò in tre parti e, sebbene la carlinga rimase intatta, persero la vita 16 passeggeri, tra cui una bambina di 4 anni; alcuni corpi furono rinvenuti nei giorni seguenti fino a 1400 metri di profondità.
(operato da un ATR 72 marche TS-LBB) decollò alla volta di Djerba (Tunisia): a bordo vi erano

Dall’inchiesta dell’Ansv (Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo), cui hanno fatto seguito alcune raccomandazioni di sicurezza, è emerso che a bordo dell’ATR72 erano stati erroneamente montati degli indicatori di combustibile del tipo destinato agli ATR42, i cui serbatoi ospitano una minore capacità di carburante.
Quantità carburante volo 1153 (Courtesy of ANSV)
La causa è perciò da imputare all’esaurimento del carburante non rilevato dagli errati strumenti di bordo installati erroneamente, dall’incapacità dei piloti di verificare il corretto quantitativo del carburante e dell’inadeguata preparazione del personale di terra addetto alla manutenzione. Un insieme di responsabilità, dunque, accertate dagli enti che, per alcuni mesi, hanno analizzato i rottami dell’aereo parcheggiato all’aeroporto Boccadifalco.

Dopo l’incidente la Tuninter ha modificato la ragione sociale in Sevenair, sempre appartenente alla compagnia tunisina Tunisair.

I parenti delle vittime hanno mosso un'istanza per chiedere che la pena venga eseguita, in Tunisia o in Italia, chiedendo l'attivazione di tutte le procedure necessarie per l’arresto provvisorio dei condannati per l’estradizione in Italia o per l’esecuzione della pena in Tunisia. A loro si sono uniti, solidalmente, i parenti delle vittime del disastro di Linate e dell'associazione "8 ottobre 2001 - Per non dimenticare".