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venerdì 18 luglio 2014

Crash Malaysia MH17, perchè non siamo più al sicuro

I resti dell'aereo
Quello che è successo al B777 di Malaysia Airlines (volo MH17 - KL4103) è un attacco al mondo intero. Lo ha detto Obama ma l'ho pensato anch'io, come tutti. Non sappiamo ancora se sia stato abbattuto volontariamente o sia stato il frutto amaro del conflitto ucraino-russo. Le intercettazioni dei ribelli filo-russi non spiegano le responsabilità, tra Mosca e Kiev c'è un bel ping-pong di accuse. Poco importa: 298 anime, di cui 80 bambini, non ci sono più. Sono cadute mentre erano in viaggio, mentre andavano in vacanza in una terra nuova. Chissà
quanta voglia avevano di volare, viaggiare, scoprire, raggiungere la meta. E di vivere, soprattutto. Invece un missile ha bruciato i loro sogni, mentre Malaysia Airlines parlava di "perdita di contatto radio" e su youtube impazzavano i video dei rottami in fiamme, di corpi carbonizzati, di passaporti sparsi sull'erba nera. Pensavamo che Ustica fosse un caso isolato solo perchè l'obbiettivo era Gheddafi e che il missile che sfondò l'aereo Itavia pilotato da Domenico Gatti e Paolo Morici cantava la Marsigliese. Invece è successo di nuovo. Ma stavolta chi o cosa era l'obbiettivo? Interfax sostiene che il vero obbiettivo era l'aereo sul quale viaggiava il Presidente Putin di ritorno dai Caraibi (sia la rotta che la livrea erano simili). La risposta è una soltanto: non siamo più al sicuro, nè in cielo nè in terra. Perchè fino a quando si parlerà il linguaggio delle bombe - dalla Crimea a Gaza - noi non saremo mai al sicuro. E non saremo mai al sicuro perchè nell'era del GPS, delle intercettazioni e della geolocalizzazione, siamo capaci di perderci un aereo di 63 metri per 60 - non una zanzara, insomma - come accaduto al volo MH370 di Malaysia Airlines. Già, sempre Malaysia. L'8 marzo scorso spariva nei cieli un altro B777 con 239 persone a bordo e ad oggi non si hanno tracce: per quanto ne sappiamo, paradossalmente, gli occupanti potrebbero essere vivi e vegeti in qualche parte del mondo. La stessa Malaysia, a cui i parenti delle vittime imputano la mancata trasparenza nella gestione e nella condivisione dei dati del MH370. E' doveroso precisare come questo disastro per Malaysia rappresenti il colpo di grazia: dopo un primo trimestre 2014 chiuso con un passivo di 134 milioni di dollari, la sparizione del volo diretto a Pechino e ieri quest'altra tragedia, non si vedono altre possibilità che la chiusura e il fallimento. "Non sono scaramantico però non si sa mai", chissà quanti lo penserebbero prima di prenotare oggi un volo con MAS. Prima del decollo, pare che un passeggero abbia postato una foto dell'aereo con tanto di scritta: "Dovesse sparire, sapete come è fatto". Ma MAS è forse invisa a qualcuno? Ci piacerebbe saperlo perchè se per essere sicuri basta evitare la compagnia malese saremmo tutti più felici. Invece no, siamo costantemente sotto attacco. Non bastavano le minacce di Bin Laden e AlQaeda, ora ci si mettono anche i fatti. A poca distanza dal volo MH17 abbattuto ieri in terra ucraina, viaggiavano un aereo di Air India (Birmingham-Dehli) e uno della Singapore Airlines proveniente da Copenaghen. Per una manciata di minuti non è toccato a loro, sarebbe bastato decollare 5 minuti prima. Benedetti i ritardi, se in cielo si mettono a fare guerre stellari.




 

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