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domenica 12 gennaio 2014

Qantas in testa alla top ten delle compagnie aeree più sicure al mondo

MELBOURNE - E' l'australiana Qantas la compagnia aerea più sicura del mondo stando al sito Airlineratings. Del resto, come si apprende da Wikipedia, "l'ultimo incidente mortale sperimentato dalla compagnia australiana è datato 16 luglio 1951, quando un de Havilland Australia DHA-3 Drover si schiantò al largo delle coste della Nuova Guinea causando la morte di 7 persone". Da allora, un'affidabilità formidabile accompagna i numerosi voli di Qantas. Le altre compagnia menzionate dal sito sono Air New Zealand, All Nippon Airways,
Cathay Pacific Airways, Emirates, Etihad Airways, Eva Air, Royal Jordanian, Singapore Airlines e Virgin Atlantic. L'incolumità, tuttavia, sembra non accompagnare i dipendenti Qantas quando sono fuori servizio: nel novembre 2012 Qantas fu costretta a risarcire un dipendente infortunatosi fuori servizio. Il protagonista della vicenda, secondo quanto riportato da News.com, si chiama John Kennerley ed è un assistente di volo di Qantas. Il 10 marzo del 2010, Kennerley mentre era a bordo della sua moto, incorse in un incidente stradale a Brisbane, da dove il giorno successivo sarebbe dovuto volare a Sydney per rinnovare il suo Visto USA, condizione necessaria per operare i voli da e per gli Stati Uniti. Nell’incidente Kennerley riportò alcune lesioni e si rivolse a Qantas per essere risarcito, adducendo che si trovava a Brisbane per motivi attinenti il suo lavoro: il rinnovo del Visto USA per l’appunto. Qantas rifiutò e nacque un contenzioso. La Qantas Airways Ltd, compagnia che assicura Qantas, respinse il reclamo del dipendente, relativo al rimborso delle spese mediche, il che dette vita a successivi dibattimenti processuali al termine dei quali David Hall, Presidente della Queensland Industrial Court, a ottobre 2012 stabilì che l’impiego di John Kennerley, al quale era necessario il Visto USA per poter lavorare, costituisce “un fattore significativo” ed accolse la richiesta di rimborso, sostenendo che al momento dell’incidente Kennerley era occupato in questioni di lavoro, anche se non a bordo dell’aereo. Il punto chiave, secondo la Corte, fu quello di valutare “se il dipendente fosse occupato in qualcosa che era ragionevolmente richiesto, previsto o autorizzato a fare, al fine di svolgere le sue funzioni”. Hall ha sentenziato che l’assistente di volo, sostenuto nella causa di appello anche dal sindacato di categoria, stava comunque espletando le sue mansioni lavorative, e non che fosse in viaggio per motivi personali, così come sostenuto invece da Qantas. La difesa di Kennerley, guidata dall’avvocato Greg Black, sostenne che il rinnovo delle licenze e dei visti è necessario allo svolgimento della funzione a bordo, indipendentemente dal fatto che il dipendente sia “fly-in” o “fly-out”.


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